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“Giocherò con mio figlio q uando potrà giocare a palla!”


Questo è ciò che Giovanni, marito della ventottenne Anna disse un pomeriggio, durante la loro prima visita prenatale. “Tanto, tutto ciò che fa il bambino nel primo anno è mangiare e dormire” spiega Giovanni. 

Giovanni non è il solo ad avere questa visione del neonato. In uno studio dell’associazione Zero-to-Three è stato chiesto ai neogenitori “a che età pensate che i bambini possano interagire o entrare in relazione con il mondo esterno?”. Il sessantuno percento dei genitori pensava che un bambino dovesse avere due o tre mesi per accorgersi del mondo attorno a sé.

Consigli per aiutare questo papà

La verità, in realtà, è una buona notizie per te, Giovanni, e anche per Anna! La maggior parte di bambini possono “giocare a palla” (e coinvolgersi attivamente in quanto li circonda) già appena nati. Un neonato può concentrarsi su un giocattolo a 25 centimetri dal suo viso. Ma la capacità di coinvolgimento del bambino è ancora in fase di sviluppo. Da principio, il bambino diventa silenzioso e tranquillo quando vede o sente un giocattolo. Con il maturare delle sue capacità, questo bambino sarà in grado di spostare lentamente lo sguardo verso il giocattolo. Con il passare dei giorni e delle settimane, potrà seguire il giocattolo con gli occhi, nonché girare la testa verso di esso. I genitori si accorgeranno di dover spostare lentamente il giocattolo per dare al bambino il tempo di mantenerlo a fuoco.

Un momento rivelatore per questo neopapà

Ora, al primo controllo della giovane famiglia dopo il parto, Giovanni tiene in braccio Isabella, la sua bambina appena nata, e la fissa intensamente negli occhi. Devo quasi strappare la piccola Isabella dalle braccia di suo padre. Al di là della routine dell’esame fisico, mi piace aiutare i genitori ad apprezzare alcune delle straordinarie capacità del loro bambino.

Tengo Isabella di fronte a me, i suoi occhi sono fissi nei miei. Inclino lentamente la testa di lato: gli occhi di Isabella mi seguono. Quando mi sposto ancora un po’ più a sinistra, i suoi occhi perdono il contatto con il mio sguardo. Esito un attimo e quindi lei si concentra di nuovo su di me. Non mi preoccupo quando vedo i suoi occhi scattare leggermente mentre si spostano (ci vorranno alcune settimane prima che possano muoversi fluidamente come quelli degli adulti). “Però!” dice Giovanni. “Isabella può davvero prestare attenzione!” 

Quindi prendo il mio sonaglino rosso. Isabella guarda il sonaglino in modo diverso da come guardava la mia faccia. È normale che molti bambini siano più interessati ai visi, inizialmente, che agli oggetti. Ma basta che scuota un secondo il sonaglino e gli occhi di Isabella lo seguono mentre lo sposto lentamente. Quando Isabella comincia a oscillare, riconosco un 
SOS (segnale di sovrastimolazione)Le tengo dolcemente le piccole mani contro il torace e, immediatamente, i suoi occhi guardano di nuovo attentamente il sonaglio. Ora ne segue il movimento da una parte all’altra.

“Sì! Proprio come pensavo!” dichiara a tutti Giovanni. “Isabella può già giocare con me! Adesso tocca a me giocare con lei!" 


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